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Rif. Bibliografico

VILLA ADRIANA DI TIVOLI: ROCCABRUNA

L’edificio di Roccabruna si trova in una zona isolata ed è uno degli edifici più singolari della Villa; vi si arriva con un sentiero visibile sulla destra poco prima dell'Antiquarium, attraversando un antico oliveto. 
Il nome Roccabruna sembra derivi dal fatto che all'interno era completamente annerita dal fumo dei fuochi che vi venivano accesi dai pastori; ancora negli anni '80, prima dei restauri, un gregge di capre stava all'ombra e al fresco dentro la grande sala circolare del piano inferiore.

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Oggi rimane solo il piano inferiore di Roccabruna, un massiccio cubo quadrangolare con muri perimetrali spessi tre metri; la porta principale dà accesso ad una vasta Sala circolare di nove metri di diametro, che ha quattro nicchie rettangolari sugli assi principali e quattro nicchie absidate sulle diagonali.

Le pareti della grande Sala un tempo erano rivestite di marmi preziosi, ma restano solo i fori delle grappe che li fissavano. Anche il pavimento era in marmo, opus sectile con file di triangoli concentrici, di cui restano solo le impronte. La sua cupola cieca era intonacata, secondo alcuni studiosi sembra che fosse rivestita di mosaico decorato da stelle, ma nulla è rimasto.

Nella cupola si aprono tre feritoie provenienti da condotti in muratura che sbucano nelle tre facciate esterne: avevano una funzione ben precisa, che abbiamo scoperto grazie all'Archeoastronomia.
Intorno alla Sala vi sono pochi ambienti, molto rimaneggiati dai Gesuiti nel Settecento, quando costruirono scale interne e varie cappelle, una delle quali senza saperlo fu ricavata in una latrina.

A lato dell’edificio è una lunga rampa inclinata, sorretta da archi che sale alla Spianata dell’Accademia, di cui era l'accesso principale. Più avanti sii raggiunge una grande scala che dava accesso ad un Tempio ormai scomparso, di cui restano frammenti di marmi e di murature sparsi tutto intorno. In origine il Tempio era circolare con sedici colonne doriche, ma la cella interna era ottagonale, con tre finestre.


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La scala d'accesso al Tempio esiste ancora e porta ad una magnifica terrazza panoramica
dalla quale nelle giornate limpide si vede la cupola di San Pietro. Ciò significa che al tempo di Adriano da lì si poteva vedere il suo Mausoleo, l'attuale Castel Sant'angelo. Verso sud-est si vedeva (e si vede ancora) il santuario della Fortuna Primigenia di Palestrina.
La porta d'ingresso del Tempio era rivolta la Spianata dell'Accademia, ma l'edificio dell'Accademia non è più visibile perché nascosto da un vasto oliveto.

Le colonne del Tempio si appoggiavano sui muri perimetrali, spessi tre metri, in modo da non pesare sulla cupola del piano inferiore; quindi Roccabruna aveva due cupole sovrapposte, una vera acrobazia architettonica.
Sopra la porta principale del piano inferiore si apre un «condotto luminoso» che produce straordinarie illuminazioni (ierofanie) solo nei giorni del Solstizio estivo (21 giugno). Al tramonto i raggi del Sole creano una Lama di Luce all’interno della cupola, che si vede per più di un'ora, fa un percorso ad arco, diventa rossa e poi si spegne, come si vede nel filmato.

Il Sole tramonta al centro della porta principale della Sala circolare ed illumina la nicchia sul lato opposto, nella quale probabilmente era una statua della dea Iside; nell’edificio è stata rinvenuta una base per candelabro con i simboli della dea fra i quali il sistro, la fiaccola e gli aspidi.

Il significato simbolico di questa illuminazione e dell’intera Spianata dell’Accademia è spiegato in dettaglio nel nostro libro «Villa Adriana. Architettura Celeste. I segreti dei Solstizi»,
pubblicato da Rirella editrice. 
La Spianata era la vera Acropoli della Villa, più vicina alla divinità, inserita in un Paesaggio Sacro, e Roccabruna probabilmente era dedicata alla dea Iside.


Villa Adriana - Progetto Accademia
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e-Mail: rirella.editrice@gmail.com
VILLA ADRIANA di Marina De Franceschini

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