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LA STORIA MILLENARIA DI CASTEL SANT’ANGELO, IL MAUSOLEO DI ADRIANO

   

Diciannove secoli di storia ci guardano dall’alto di uno dei più grandiosi monumenti dell’antica Roma, il Mausoleo di Adriano che nel Medioevo fu trasformato in inespugnabile fortezza, che resistette a infiniti assedi, incluso quello dei Lanzichenecchi.
imperatore-Adriano.jpgAgli inizi del II sec. d.C. nel Mausoleo di Augusto, la prima grande tomba dinastica di Roma, non vi era più posto. L’ultimo imperatore ad esservi sepolto fu Nerva, mentre a Traiano (morto nel 117 d.C.) fu concesso di essere sepolto all’interno delle mura della città, e la sua urna fu posta nel basamento della Colonna Traiana.

Il Mausoleo di Augusto sorgeva nel Campo Marzio, ma non vi era spazio sufficiente per un altro edificio di quella mole. Quindi Adriano decise di costruire la nuova tomba dinastica nella stessa zona, ma sulla riva opposta del Tevere, dove erano gli Horti Domitiae che da tempo appartenevano alla Casa imperiale. Per raggiungerli costruì il Ponte Elio, che era l’accesso monumentale e scenografico al sepolcro.

Dal punto di vista architettonico e progettuale si dovettero affrontare e risolvere problemi enormi, perché il terreno in riva al fiume era paludoso ed instabile. Si fecero quindi delle fondamenta profonde oltre sette metri con palificazioni lignee e gettate, rinvenute durante le demolizioni di fine Ottocento.

Il Ponte Elio fu inaugurato nel 134 d.C. da Adriano stesso, mentre il Mausoleo richiese tempi di costruzione più lunghi, e fu inaugurato da Antonino Pio, successore di Adriano, nel 139 d.C.

Circondato da una cancellata di bronzo decorata da pavoni in bronzo dorato, il Mausoleo aveva un grande Basamento quadrato con l’unica porta di accesso sul lato sud, in asse con il Ponte Elio. Sopra era il sepolcro vero e proprio, cioè un grande corpo di fabbrica circolare circondato da colonne, simile al Mausoleo di Cecilia Metella.
    
La porta immetteva nel grande Vestibolo inferiore, in fondo al quale si entrava nella Rampa elicoidale, lunga ben centoventicinque metri, che con un percorso  spirale saliva di quota fino a raggiungere il Vestibolo superiore, dieci metri più in alto.

Un breve corridoio (oggi obliterato) immetteva nella Sala Sepolcrale che in origine era chiusa. Una scala conduceva invece alla Piazza superiore dove un altro basamento quadrato, il Podio di sostruzione, sosteneva un Tempio circolare coronato da un’enorme Quadriga del Sole in bronzo guidata dall’imperatore Adriano raffigurato come Sol Invictus.

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Nel 590 con la leggendaria apparizione dell’Arcangelo Michele a papa San Gregorio Magno, che pose fine alla spaventosa pestilenza di quell’epoca, il Mausoleo cambiò nome e divenne Castel Sant’Angelo.

Per la sua collocazione strategica e la forma a torre, nella tarda antichità il Mausoleo divenne una fortezza, e resistette ai primi feroci assedi dei Visigoti nel 410 e dei Vandali nel 454, che devastarono la città.

Nel 537 d.C. per fronteggiare l’assedio dei Goti di Vitige, il generale Belisario fece a pezzi le sculture del Mausoleo per gettarle sugli assedianti; da lì ebbe inizio la sua spoliazione, che culminò nel 1379 quando il Comune autorizzò l’asportazione del rivestimento in travertino per pavimentare strade e piazze di Roma.

Alla fine del Trecento il Castello fu trasformato nella «più fortificata delle fortezze»
, scavando un fossato tutto intorno al corpo di fabbrica circolare, murando la porta d’accesso originale col Vestibolo inferiore e la Rampa Elicoidale, e trasformando la Sala sepolcrale in casamatta.
Fu creato un nuovo ingresso più in alto, con ponte levatoio, e fu creata la Rampa diametrale che tuttora conduce ai piani alti del Castello, dove i papi rinascimentali, a partire da Alessandro VI, costruirono sontuosi appartamenti chiamando a realizzarli i più grandi artisti del loro tempo.

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A fine Settecento con l’occupazione francese vi fu il definitivo declino del Castello, trasformato in prigione e caserma. Il tutto culminò con le sciagurate demolizioni di fine Ottocento: durante la costruzione dei nuovi argini rialzati del Lungotevere furono riscoperte le rampe originali del Ponte Elio che vennero demolite senza pietà per completare in fretta i lavori
Fu riscoperto anche l’ingresso originale con il Vestibolo e la Rampa elicoidale e nella Sala Sepolcrale si demolirono tutte le aggiunte medievali.

I recenti interventi di restauro e l’apertura dell’Antiquarium con splendidi frammenti scultorei hanno fatto di Castel Sant’Angelo uno dei Musei più belli e interessanti di Roma.

Come tutti i grandi monumenti romani, il Mausoleo di Adriano fu progettato e costruito per durare in eterno, e infatti ha sfidato i millenni superando catastrofi naturali ed umane come inondazioni, terremoti, guerre e saccheggi.

Questo e molto altro potrete leggere nel libro di Marina De Franceschini «Castel Sant'Angelo. Mausoleo di Adriano, Architettura e Luce», che ne ripercorre la storia millenaria.

Villa Adriana - Progetto Accademia
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VILLA ADRIANA di Marina De Franceschini

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